IL DIPORTO

Secondo lo “Yacht” di Carlo Sciarrelli, Bibbia sulla storia ed evoluzione del veliero da diporto, il primo yacht propriamente detto e’ stato il Mary, costruito in Olanda nel 1660.

Modello del Royal Yacht, the Mary Image courtesy of Liverpool Daily Post & Echo

Fu’ regalato dalla citta’ di Amsterdam al principe Carlo Stuart (re di Inghilterra con il nome di Carlo II ). Lungo 15,85 per 5,80 di larghezza, stazzava 100 tonn. aveva un equipaggio di 30 uomini. A poppa aveva la grande cabina armatoriale. In verita’ forme di diporto sono sempre esistite, in particolare dove una solida cultura marinara ne aveva consentito lo sviluppo.

E’ il caso di Venezia, dove si andava a ” prendere il fresco ” in laguna con la barca.

Il diporto dunque e’ nato in tempi immemorabili, previlegio di pochi che con il passare del tempo ha avuto ed ha il godimento di nuovi settori sociali.

La nautica da diporto non e’ facile, non esistono barche o navigazioni facili tali da escludere nozioni di cultura marinaresca. Fino a qualche decennio fa’, venivano considerate marine : la mercantile, la militare e la pesca. L’arte del navigare qualsiasi sia la barca, mantiene una dimensione culturale e professionale con le quali si e’ sempre chiamati a confrontarsi, il rapporto con la professionalità’ marinara e’ di umiltà’ e ascolto, tutte le barche hanno una prua e una poppa, sono le persone che le differenziano.

La nautica da diporto ha finito per essere considerata alla stregua di un prodotto formato da sole, lussi, divertimento e tempi rapidi. E’ vero che chi abbiamo a bordo privilegia tutto questo, ma per renderlo fattibile le persone imbarcate hanno bisogno di tempi lunghi, i tempi della nautica, quelli della manutenzione, della preparazione, della cura dei dettagli, dell’organizzazione delle crociere con tutti gli aspetti logistici, meteorologici e soprattutto agire e far capire di agire in sicurezza.

L’individuo che effettua qualsiasi tipo di navigazione, sia essa mercantile, militare da pesca o da diporto, e’ un individuo al centro di una responsabilità’ e di un impegno diretto alle persone che ha con lui.

Noi diportisti, come tutti i lavoratori sul mare abbiamo continuamente di fronte una sfida, non conta cosa si fa’ in barca, ma come la si fa’. E’ vero, e’ per pochi, come milioni di cose ma e’ l’occasione per uomini e donne di sviluppo occupazionale, di consapevolezza e responsabilità’, di impegno e di tutto ciò’ che sperimenta l’arte del navigare.

Per esperienza personale ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscere persone e posti che, come dico, mi hanno aperto l’orizzonte, una scelta di vita a suo modo, questo aspetto  affascinante, vivere a bordo, organizzare ed organizzarsi, avere amici in ogni angolo marino pronti ad accoglierti, questo aspetto sociale non muta mai negli anni, continui ad avere rapporti che si rinnovano di anno in anno.

Molti miei conoscenti nel corso del tempo hanno rinunciato percorrendo strade lavorative nuove con successo, altri non riescono ad avere un’empatia con l’ambiente che si pensa lontano, altri scalano ruoli e carriere con grosse soddisfazioni personali.

Questo mestiere ti porta ad essere quasi un “avventuriero” , dove solo il rapporto che sai instaurare, costruire con le persone, determina il tuo ruolo e la fiducia che gli altri hanno per te.

La nautica da diporto e’ posta al centro di una rete complessa dove vengono a confluire il settore manifatturiero (cantieristica quindi costruzioni e manutenzioni dell’imbarcazione con annesse svariate figure dell’indotto; carpentieri, elettricisti, meccanici, tappezzieri, ecc.) e la parte che riguarda la fruizione dei servizi portuali con annesse tutte le risorse che vanno dai negozi ai servizi per le persone che sono ospitate sulle unita’.

L’Argentario e’ una delle culle del diporto italiano, il mondo raccontato da coloro che ne hanno visto il nascere e’ molto lontano dal mondo di oggi, aiutato dalla tecnologia e dalla frequentazione di corsi professionali. Quello di oggi e’ un mondo con meno aneddoti, meno favole ma pur sempre un mondo nel quale se respiri sale, stai bene.

“IN CULO ALLA BALENA A TUTTI I NAVIGANTI”

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