” Si teneva davanti agli occhi, nella sua camera, l’oggetto che intendeva raffigurare, finche’ fosse in grado di ricrearlo fedelmente nella sua opera” Joachim von Sandrart 1679.
Il Cardinale Del Monte appartiene alle alte sfere vaticane, in amichevole rapporto con il Cardinale Borromeo, protettore di Galileo Galilei e della cultura dell’avvenire, e’ influente nella curia e nella fabbrica di San Pietro, cura affari del Granducato di Toscana in Vaticano ed e’ in grado di lanciare il suo protetto nel mondo degli amatori dell’arte a Roma e fuori. Il Caravaggio puo’ lasciare una vita di stenti, si aprono per lui i dieci anni piu’ brillanti della sua esistenza. Non mancheranno litigi, ostacoli, contese e processi, ma , tra il 1596 e il 1606 Caravaggio potra’ considerarsi uno dei piu’ ammirati e invidiati artisti sulla scena di Roma.

Santa Caterina d’Alessandria – Caravaggio (1598-1599)
SANTA CATERINA d’ALESSANDRIA
Data 1598-1599 circa
Tecnica Olio su Tela
Ubicazione Madrid Museo Thyssen – Bornemisza
Dimensioni 173 X 133
L’opera segna il passaggio alle imprese “monumentali” delle pale d’altare nelle chiese di Roma; le figure ben modellate dalla luce emergono con forza, la raffinata eleganza nei colori e delle vesti, contrastano con l’idea del martirio. Questo viene richiamato dai particolari descritti che hanno una evidenza straordinaria: la palma, simbolo del martirio, la ruota dentata rotta e scheggiata, la spada sono presenze tangibili. Caravaggio sceglie modelli dal vero, per questo e’ possibile ritrovare molte volte nelle sue opere gli stessi personaggi. In questo caso la cortigiana che si presta e’ Fillide Melandroni che poso’ per la conversione della Maddalena e per Giuditta e Oloferne. Caravaggio la dipinge come Fillide non come eroina, stesso viso, capelli fulvi, occhi scuri e labbra turgide.

Giuditta che taglia la testa a Oloferne Caravaggio (1598-1599)
GIUDITTA E OLOFERNE
Data 1599 circa
tecnica Olio su tela
Ubicazione Roma Galleria Nazionale d’Arte Antica
Dimensioni 145 X 195
La drammaticità’ della scena si focalizza sullo sguardo intenso di Giuditta. Caravaggio accosta alla giovane carnefice l’anziana schiava Aba ad evidenziare cosi’ l’evidente contrasto con la bellezza della giovane. La luce mette in risalto i particolari più raccapriccianti e decisivi: la testa di Oloferne, il fiotto del sangue, il volto turbato di Giuditta , cosi come lo sguardo dell’ancella. Il tema della decapitazione comparirà’ ossessivamente nella pittura caravaggesca e assumerà’ un carattere autobiografico quando, nel 1606 l’artista sara’ ricercato dalla giustizia in quanto condannato alla pena capitale. Giuditta ricca vedova ebrea, con uno stratagemma convinse Oloferne generale agli ordini di Nabucodonosor che assediava la città di Betulia a partecipare ad un banchetto, dove l’assiro mangio e bevve al punto di ubriacarsi. Rimasta sola con lui e la schiava, prego’ Dio di dare forza al suo braccio, prese la spada e con questa decapito’ Oloferne.