Terra inserita in un ambiente circondato dalle acque , terra di passaggi famosi e di artisti nati.
Molto spesso dimenticati.
Della vita dei grandi artisti, specie se nati in piccoli centri come il nostro difficilmente si conoscono gli anni della giovinezza.
È il caso di Giacomo Nani che nacque a Porto Ercole nel 1698 e del quale si hanno le prime notizie a partire dalla sua permanenza a Napoli, città nella quale visse.
De Dominici Bernardo, storiografo dell’arte e pittore sopratutto al riguardo della vita culturale e sociale di Napoli settecentesca dice di lui: “Giacomo Nani si fa distinguere tra i virtuosi, dipingendo per il Re nostro Signore scene di caccia e fiori ed altre galanterie che son di piacimento della Maestà sua”.
Le notizie della città partenopea danno del Nani un ritratto di un pittore ben inserito nell’ambiente della nobiltà , tanto da avere come testimone di nozze Luigi Sanseverino, principe di Bisignano e facente parte di una delle casate più influenti d’Italia e aventi a Napoli un trattamento da semi sovrani.
Giacomo Nani esegue una pittura di ispirazione naturalistica, specie nella rappresentazione di fiori, un genere molto popolare sia a Napoli che nel regno di Spagna. Le sue opere hanno un grande effetto decorativo tipico dello stile Rococò. In seguito unirà come temi, i pesci e la cacciagione.
Molte opere si possono trovare al Museo di Capodimonte a Napoli ( sono esposte anche preziose manifatture in ceramica con i suoi dipinti). Il Prado di Madrid, il Palazzo Reale di Caserta, Vienna e Magonza ospitano numerosi dipinti del nostro pittore. Giacomo Nani morì a Napoli il 2 febbraio 1755 ed è seppellito nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte.
Grazie all’interessamento di Alessandro Ferrini, profondo conoscitore e studioso delle nostre memorie e della nostra storia, venne intitolata all’artista la scalinata che porta alla Chiesa di Sant’Erasmo.